DIABETE MELLITO

DIABETE: NUMERI DA CAPOGIRO

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Inizio scrivendoti come la medicina classica spiega e definisce il diabete inserendo alcune precisazioni laddove il testo medico, potrebbe essere poco chiaro e trarti in inganno.

Il diabete, il cui nome più corretto è diabete mellito, è considerata la più nota malattia metabolica che può interessare l’essere umano. La sua insorgenza è strettamente legata all’insulina; volendo essere precisi, può dipendere da una ridotta disponibilità di questo ormone proteico la cui produzione non riesce a soddisfare le necessità dell’organismo.

Una caratteristica clinica del diabete è l’iperglicemia: ovvero un elevato livello di glucosio (zucchero) nel sangue.

Ad oggi, la comunità scientifica(medica) ci dice che esistono ben tre grandi tipologie di diabete mellito, ovvero: il diabete di tipo 1, il diabete di tipo 2 e il diabete gestazionale.

Un dato drammatico ci dice che la presenza di diabete nella popolazione mondiale è aumenta negli ultimi 30-40 anni: si pensi che, mentre nel 1980 i malati erano 108 milioni, nel 2014 il numero di persone diabetiche erano 422 milioni e, sempre la comunità medica scientifica stima che entro il 2040 saranno oltre 650 milioni.

 

Ma che cos’è il diabete?

Il diabete mellito è una malattia metabolica dovuta a un calo di attività dell’insulina.

L’insulina viene prodotta dalle cellule beta delle isole di Langerhans del Pancreas.

In particolare, il diabete può essere dovuto a (loro scrivono “può essere” e non “ certamente è” quindi la comunità medico scientifica NON ha le prove scientifiche di ciò che sta dicendo): Una minor disponibilità di insulina.

  • Per comprendere: c’è meno insulina di quanta ne servirebbe all’organismo per il suo corretto funzionamento.
  • Un impedimento alla normale azione dell’insulina, per comprendere: l’insulina è presente, ma l’organismo non riesce a farne buon uso;
  • Una combinazione dei due sopraccitati fattori, per comprendere: l’insulina è poca e non funziona in modo adeguato.

Dopo queste premesse che la MU dice essere “vangelo” nasce spontanea una domanda: “ma perché mi viene il diabete”?

Cerchiamo la risposta nei testi di medicina scientifica (medicina ufficiale) leggendo sotto la domanda:

Quali sono le cause del diabete?

 “Si riconoscono tra le cause della malattia un’interazione tra fattori genetici (familiarità) e fattori ambientali (vita sedentaria abitudini alimentari e altro)”.

In queste due righe appare chiara una sola cosa: la medina ufficiale “scientifica” non ha la più pallida idea del perché, ad un individuo, venga il diabete. Vediamo perché analizzando la definizione nel dettaglio.

Secondo la MU, il diabete, riconosce tra le cause il fattore genetico. Bene. Andiamo a leggere insieme cosa vuol dire (sempre secondo loro) fattore genetico.

Definizione: “Il fattore genetico è quella variabile che viene trasmessa di genitore in figlio e che, se caratterizzata da una mutazione o un’alterazione a carico di una componente genetica come i geni o i cromosomi, da’ origine ad una malattia genetica ereditaria. Genetico dunque non significa ereditario: infatti solo in alcuni casi le malattie genetiche si presentano con un carattere di ereditarietà.”

Quindi, questo fattore genetico è una variabile che è variabile e, genetico, affermano dopo, non significa ereditario. Quindi anche qui, io non ci vedo nulla di scientifico, ma soprattutto, nulla di utile per chi soffre di questa patologia.

Proseguiamo analizzando la definizione: “e fattori ambientali (vita sedentaria, abitudini alimentari, altro)”.

Vediamo una definizione: “Per definire quanto vi sia di ereditario in un individuo e quali caratteri, invece, dipendano da fattori ambientali si è soliti far uso della statistica, della genealogia e dello studio dei gemelli. Quest’ultima indagine consiste nel crescere gemelli veri in ambienti completamente diversi per verificare successivamente quali caratteristiche, dimostrando la propria similarità, siano riconducibili a fattori ereditari.”

In buona sostanza la MU ci sta dicendo: “se hai il diabete, ce l’hai per tutte le ipotetiche cause possibili ed immaginabili, ma non ne siamo poi così sicuri”.

PS: gli scienziati sanno benissimo tutto questo e ti invito a leggere le dichiarazioni della cara dott.ssa Angell

Cosa dice l’OMS?

Resta di fatto che, queste affermazioni non aiutano nessuno, né aiutano a capire perché ad un tizio venga il diabete né come fare per debellarlo.

Si può fare tutta l’ironia del mondo, ma questo è un problema serio e drammatico.

Naturalmente, la medicina ufficiale, non sapendo il motivo dell’insorgere di questa terribile patologia, non sa nemmeno curarlo, figuriamoci guarirlo.

Si tampona con dei metodi fallimentari: somministrando insulina e prescrivendo attività fisica.

Ma perché questo metodo è fallimentare? A dircelo sono i dati delle vittime con numeri interessanti, relativi al diabete:

  • Secondo l’OMS, nel 2012, circa 1,5 milioni di persone in tutto il Mondo sono morte direttamente a causa del diabete mellito.
  • A livello mondiale, circa la metà di tutte le morti per diabete mellito riguarda persone di circa 70 anni. Secondo le stime dell’OMS, nel 2030, il diabete rappresenterà la 7a principale causa di morte nella popolazione generale.
  • Nel 2008-2009, l’incidenza annuale del diabete nei giovani misurava 18.436 casi, per quanto concerne il diabete di tipo 1, e 5.089 casi, per quanto riguarda il diabete di tipo 2.
  • In Italia, i dati ISTAT 2015 segnalano che soffre di diabete mellito il 5,4% degli italiani (sia tra i maschi che tra le femmine), il che vuol dire oltre 3 milioni di persone.
  • Per quanto concerne la prevalenza del diabete nel nostro Paese, questa è aumentata dal 3,9%, nel 2001, al 4,7%, nel 2015.
  • A livello geografico, le zone in cui la prevalenza del diabete risulta più elevata sono le regioni del Meridione, in particolare la Calabria.

Questi dati sono drammatici ma, soprattutto, veri.

Vediamo però ora, dopo tutta questa terrificante prospettiva, cos’è davvero il diabete, perché si manifesta e, soprattutto, come si risolve.

Cos’è davvero il diabete mellito

Intanto è bene che ti dica che, il livello di glucosio basale è 0.8-0.9 grammi per litro di sangue (e ne abbiamo 5). Quindi, più di quelli, tecnicamente, non ne occorrono.

Di tutto il nostro corpo solo gli eritrociti (globuli rossi), cellule cerebrali, alcune cellule del cuore funzionano a glucosio. Tutte le rimanenti, e sono parecchi miliardi, non necessitano di glucosio. Ogni cellula di questa ultima categoria dispone di due sistemi energetici, uno è la glicolisi (fermentazione degli zuccheri) e l’altro è il mitocondrio ed utilizza l’ossidazione dei grassi. Insomma, un po’ come un’auto che va sia a benzina che GPL.

 “per capire il perché un organo si ammala, occorre comprenderne la funzione!”

Qual è il problema del diabetico? La gestione dello zucchero nel sangue. Lo zucchero dovrebbe essere tenuto a bada dall’insulina.

Quindi va da sé che, per agevolare il lavoro di questo ormone, prodotto dalle cellule B del pancreas, bisogna limitare gli zuccheri (che scoperta). Ma quali sono gli zuccheri?

Glucosio, fruttosio, saccarosio. Facciamo un esempio: se prendiamo un pacchettino di spaghetti vediamo le indicazioni nutrizionali, ci accorgiamo che gli zuccheri contenuti sono pochi, dai 6 agli 8 grammi. Quindi, se bisogna limitare gli zuccheri, può essere un alimento corretto per un diabetico. NO! Assolutamente no. Continuando a leggere l’etichetta, ci accorgiamo che è presente un’altra voce: carboidrati 80grammi. In questo caso si intende “carboidrato complesso”. I carboidrati sono zuccheri.

Quindi, quando mangi 100 gr di pasta, in realtà, stai mangiando 70 grammi circa di zucchero. Ed è come se mangiassi comune zucchero bianco da tavola (i carboidrati semplici, contenuti nelle verdure, nella frutta, si differenziano dai carboidrati complessi per la velocità di l’assimilazione ma sono sempre zuccheri).

Un ragionamento più che sensato

Facendo questo ragionamento sensato, va da se che occorre controllare scrupolosamente tutte le etichette e verificare tutti gli alimenti che contengono carboidrati complessi: Pane, Pizza, Patate, Riso, Soia, Tofu, Legumi, Mais, Quinoa, Amaranto, Grano saraceno, sono tutti alimenti che i diabetici non dovrebbero mai introdurre nel loro organismo.

 

Spiegato semplice..

Il diabete mellito comprende una serie di disturbi metabolici accomunati dal fatto di avere instabilità del livello di zuccheri del sangue, passando da condizioni di iperglicemia (più frequente), a condizioni di ipoglicemia.

 

Esiste inoltre un’altra tipologia di diabete, il diabete insipido.

Comunemente, con il termine diabete, ci si riferisce, normalmente, al “classico” diabete mellito (chiamato così dagli antichi greci per via di urine dolci). sia Diabete mellito che diabete insipido sono accomunate dal solo fatto di presentare abbondanti quantità di urine, non presentando infatti cause, né altri sintomi, comuni.

Altro fattore importante: i conflitti

Tuttavia, non solo l’alimentazione è causa di diabete, infatti occorre, come dicevo poche righe sopra, prendere in considerazione diversi fattori (ben conosciuti) e chiedersi quale sia la funzione dell’organo colpito da malattia. Prendiamo ad esempio il diabete mellito.

Tutti gli organi che abbiamo derivano da una parte di cervello. Il pancreas deriva da un foglietto embrionale che si chiama Ectoderma. Senza voler entrare troppo nel tecnico, cosa che magari farò in un altro articolo più specifico, dopo che ti avrò spiegato le varie fasi delle malattie, ogni diabetico deve chiedersi: “Quando ho vissuto un conflitto* di opposizione, di contrasto; doversi difendere da qualcuno o qualcosa; conflitto di ripugnanza”?

 

Quindi, si può guarire dal diabete?

E’ lecita la domanda: “ il diabete, me lo devo tenere”?

Ma certo che no!

Molte persone, nel giro di qualche mese, dal diabete, sono guarite, e non dico curate, intendo proprio guarite definitivamente, ma occorrono professionisti capaci, che conoscano bene la materia e che abbiano strettissimi rapporti con medici seri che non vedrete MAI in televisione.

La strumentazione scientifica ci garantisce, oltre ogni dubbio, una prova inconfutabile dell’efficacia del metodo, vi sono sia le ricerche che gli strumenti, basta solo volerli cercare e, cosa ancor più difficile, voler guarire.

 

L’unica terapia efficace, è breve.

Klaus

 

Note

*Il conflitto biologico è la percezione (od il vissuto vero e proprio) che, nel rapporto con l’ambiente, è presente una minaccia che si presenta maniera inaspettata, una funzione dell’organismo.

Ad esempio, che un boccone indigesto, oppure che un movimento viene impedito, o che il territorio non può essere marcato, oppure che l’integrità del corpo viene attaccata, oppure che l’organismo non ce la fa a fare qualcosa di vitale importanza, (metaforico o no, per l’inconscio non cambia).

Guardando in quest’ottica, quindi, per logica neurobiologica, non serve la coscienza, nel senso di come noi comunemente l’intendiamo.

E’ possibile avere un conflitto biologico anche senza esserne coscienti e tanto meno essere coscienti di noi in quanto persone.

Tale percezione attiva una disposizione, scatena una cascata di reazioni emotive: il conflitto biologico è, una particolare risposta emotiva ad uno stimolo significativo dal punto di vista biologico, dal momento che interferisce o blocca o minaccia una funzione dell’organismo stesso.

I conflitti psicologici fanno parte del dominio della coscienza estesa ed autobiografica. I conflitti biologici, fanno parte del dominio non verbale della coscienza primitiva, che ha le sue radici nella continua rappresentazione inconscia del corpo.

 

 

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“Non accettare quello che non puoi restituire, poiché l’equilibrio della vita è basato sulla reciprocità.”

 

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